mercoledì 14 agosto 2013

Fulmini e saette

In Giappone quando si sente un tuono o si vede il lampo di un fulmine i genitori, nella tradizione, dicevano ai propri bambini di coprirsi l'ombelico.
Si pensava che il dio del fulmine fosse ghiotto degli ombelichi dei fanciulli.

Tale dio si chiamava Raijin.
Era nato dal dolore che la dea Izanami stava sentendo durante l'agonia che l'avrebbe portata alla morte. Un dolore cosi' forte che Raijin era addirittura rappresentato da un demone accerchiato da 8 dischi, che erano gli otto tipi di dolore patiti da Izanami e che divennero poi otto tipi di fulmine.




Poiche' i fulmini sono spesso protagonisti delle tempeste, Raijin veniva quasi sempre raffigurato assieme al suo acerrimo nemico col quale combatteva sovente. Fujin, il dio del vento. Rappresentato con un enorme panno o sacco gonfio del vento che il dio sprigionava.


Raijin aveva anche uno scagnozzo, chiamato Raiju, il quale era l'impersonificazione fisica del fulmine stesso. Ovvero era una specie di volpe/felino/drago scintillante il cui verso era un tuono.
Sta di fatto che ognuno lo disegnava come diavolo voleva e quindi non si sa che forma avesse realmente.




Anche se in molti libri di storia sembra che il Giappone avesse una unita' millenaria, alla fin fine e' sempre stato un Paese diviso un po' come l'Italia. Riunito recentemente soprattutto attraverso lo Shintoismo. Che e' una religione a mio avviso inesistente. Ogni villaggio o regione aveva i suoi credi. Era animismo puro influenzato poi dal buddismo (e viceversa). Fu forzatamente usato come mezzo per poter dire "noi giapponesi", altrimenti non si sarebbe mai creata una identita' nazionale.
Un esempio di questa divisione e' Raiju. I vari iconografi lo hanno rappresentato differentemente, ma cio' non e' un problema in Giappone dove c'e' piu' sincretismo che chicchi di riso.

Ebbene, Raiju lunedi' 13 agosto ha organizzato una festa tra intimi sul cielo di Tokyo.
Era una serata di temporale. Trasformatasi in serata a lume di candela per alcune zone della citta'.
Gli argini dei canali che tagliano Tokyo vedevano l'acqua a due metri o poco piu'.
E il satellite diceva questo: 

Alla fine Raiju ha scagliato la sua ira su un treno innocente.
Una vettura della Oodakyu-line, mentre attraversava il ponte sul fiume Tamagawa, ha avuto una visita del tirapiedi di Raijin, il dio del tuono.
Scena impressionante (guardate a partire da 1:15) ma nessun problema per i passeggeri.


Mai visti tanti fulmini in una sera.
Tenendo da parte il timore che un evento del genere puo' scaturire, la natura e la sua potenza sono a mio avviso uno spettacolo meraviglioso.

venerdì 9 agosto 2013

Siamo alla frutta

Io non sono di quelli che stanno dalla mattina alla sera a criticare il paese di origine ne' tanto meno il paese in cui vivono. Vi assicuro che ce ne sono tanti.
Non sono nemmeno il tipo che osanna senza riflettere. Mi fanno sorridere i cosiddetti giappominkia, sempre pronti a dire che il Giappone e' il paese perfetto o paradiso in terra.
Sono lontano da entrambi.
Sono un relativista, che a confronto Einstein e' un cactus. Non che il cactus non sia relativista, per carita'.
Tuttavia quando ho visto questa pubblicita' in tv ho pensato che e' un po' l'esempio delle cose che non vanno in questo paese.



Il mandarino, si ancora lui. Avro' una fissa, probabilmente.
Ebbene gli zappatori ci insegnano che il mandarino e' tra noi da dicembre a marzo. Magari un po' prima o un po' dopo, ma e' frutto di una pianta che si ingozza di sole tutto l'anno e quando la nostra amata stella diventa meno calorosa allora ci restituisce i suoi raggi sotto forma di una sfera colorata, succosa e dolce.
Ebbene che hanno fatto questi?
Prendi un mandarino in inverno, lo sbucci, lo metti dentro una bustina di plastica, a sua volta in una scatola, lo congeli, quando inizia la stagione calda lo impacchetti in un cartone, metti su un bancale, incellofana tutto, spedisci ai supermercati di tutto il paese, togli il cellophan, spacchetta e metti negli espositori freezer, l'acquirente comprera', portera' a casa e lo mettera' a sua volta nel freezer, dopo di che mangera' il mandarino in 2 secondi e buttera' carta e plastica che andranno negli inceneritori.
Quanta energia ha consumato?
Ma non bastano 4 o 5 mesi all'anno?
Ecco perche' siamo alla frutta.
Il consumismo illogico e capitalismo cieco erano arrivati da tempo nel mondo dell'agricoltura. Lo sappiamo. Ma non credevo che sarebbe stato cosi'insulso, vuoto di senso e triste.
Esagero?
Mi delude questo paese che ama le stagioni. Ne e' quasi drogato. Ogni occasione e' buona per legare un evento, un prodotto, un festival alla stagione corrente.
E' adesso? Non basta piu'.