venerdì 18 novembre 2011

Très chic

E' sempre un piacere quando gli amici vengono a trovarti a casa.

In queste improvvise visite mi rendo conto della mia ignoranza entomologica.
Non posso fare a meno di invidiare i tuoi colori ipnotici, ma vorrei chiamarti per nome!
Qualcuno sa come si chiama questo salsiccione psichedelico?


E se gli si fa il solletico, tira fuori due lingue molliccie gialle limone!

giovedì 10 novembre 2011

Rosso relativo

I miei pomodori hanno deciso che non e' ancora tempo di andare in letargo.
E chi sono io per contraddirli?

Dopo tutto...

hanno supertaro dei tifoni...


si sono ingrossati ed arrossati sonno la pioggia...

per essere poi raccolti...

e mangiati!

Allora l'estate e' davvero finita?

martedì 8 novembre 2011

Ti sei lavato le mani?

Tipica domanda della mamma al bimbo che esce dal bagno.

Ma vi siete mai interrogati sull'acqua dello scarico?

E' acqua normalissima. Pulita e potabile.
Uno sciacquone contiene in media 8 litri di acqua. 200 tazzine di caffe'!

Ora, ovviamente i nostri "manufatti" vanno scaricati in qualche modo, ed a meno che non si decida di installare in casa un water a risucchio, come in aereo, dovremo affidarci al buon vecchio sciacquone.
Per risparmiare acqua, per lo scarico del WC c'e' chi usa l'acqua della vasca, c'e' chi usa l'acqua della lavatrice.
Ma tutti noi ci facciamo un bagno in vasca ogni sera? (i giapponesi doc lo fanno n.d.r.)
Tutti noi facciamo tanti lavaggi in lavatrice quante volte andiamo in bagno?
Se avete risposto si' ad entrambe le domande, fossi in voi mi preoccuperei!

La domanda e' quindi un'altra: cosa facciamo (non tutti purtroppo) dopo aver fatto il nostro dovere fisiologico? Ci laviamo le mani.
Quindi, mentre la cassetta di scarico si sta ricaricando di acqua per scaricare alla prossima occasione, noi usiamo altra acqua dal lavandino per lavarci le mani.
Doppia acqua!

A questo proposito, o sproposito, nacque molti anni addietro l'idea di questo WC la cui forma e' ancora tra le piu' popolari del Giappone.






Semplicemente, l'acqua che ricarica lo sciacquone, anziche' andare direttamente al suo interno, prima fuoriesce da un rubinetto in modo da permetterci di usare quell'acqua per lavarci le mani. Sottostante c'e' un lavabo che raccoglie l'acqua che scroscia e la fa confluire all'interno della cassetta di scarico, che da questo momento in poi funziona come ogni normalissimo sciacquone.

In questa maniera non abbiamo bisogno di usare il lavandino edulteriore acqua per lavarci le mani.

I modelli nuovi sono pensati per essere facilmente raggiungibili da bambini, anziani e disabili.




Insomma, non c'e' limite al meglio.

mercoledì 2 novembre 2011

2.11

Cercare i propri simili, una famiglia e' un istinto naturale.

Come anche ricordarli quando non ci sono piu'.

Forse anche le chiocciole non sono da meno.



giovedì 20 ottobre 2011

3

Il mese scorso, dopo le ferite del primo tifone, col cuore affranto ho comprato 3 pianticelle per l'orto che ora sono appollaiate allegramente all'ingrasso nel terreno.

Sono un broccolo invernale, un cavolo arancione ed un cavolo viola.


P.S. intendevo "cavolfiore arancione", e non"cavolo arancione". Grazie a LOSMOGOTES per avermelo fatto notare.

lunedì 17 ottobre 2011

Aglio in buca

In Giappone l'aglio e' un vero problema.
Molti lo amano, viene addirittura fatto uno spiedino di solo aglio che solo i piu' temerari ordinano.
Certo non arrivano al livello dei vicini coreani, dove manca poco che lo usino per farci le case.

Il problema sta nel fatto che o costa quanto lo zafferano oppure e' fatto in Cina.
Nulla togliere ai simpatici cinesi che mi hanno donato il maiale in salsa agrodolce (quello fatto coll'aceto nero) che e' a dir poco superbo. Ma le campagne cinesi hanno uno standard di uso di anticrittogamici et similia ben superiore ai limiti nipponici (ed europei) per cui preferisco evitare.

Quindi, quando qualche mese fa in Italia mi trovai a tu per tu al supermercato con una busta di Aglio di Voghiera DOP, non me lo son fatto scappare.

Tuttavia, lo zappatore, che sebbene sia una frana, ha sempre uno spirito rigenerativo ispiratogli da Madre Natura, ed ha ben pensato: quasi quasi lo pianto!

Ed eccoci alle porte dell'inverno a mettere a dimora un aglio super italico nelle nipponiche terre.

La scelta dei bulbilli deve ricadere su quelli piu' esterni e tra questi sono da preferire quelli grossi.


Un bulbillo va messo in terra con tutta la buccia ad una profondita' tra i 10 ed i 5 cm nel terreno.


A primavera dovrebbe fare capolino e via via crescere. Quando le punte si seccano allora si puo' raccogliere. Fare asciugare al sole il necessario.
E poi mi faro' un bello spiedino di solo aglio con un po' di miso sopra, alitando letalmente su coloro che deridevano il mio orto.

martedì 11 ottobre 2011

Libellula

Il triste orto dello Zappatore a Tokyo e' quotidianamente visitato da insetti curiosi.
Un vero e grande piacere.

Giorni fa s'e' fermata da noi una mayutateakane che dovrebbe essere un Sympetrum eroticum eroticum, se wikipedia non mente.


La libellula (tonbo, 蜻蛉,トンボ, in giapponese) e' un insetto molto presente nelle campagne nipponiche.
Talmente presente che ha donato il nome a un'enormita' di oggetti che ne ricordano le fattezze:

un rastrello senza denti per spianare la terra





delle perline colorate che ne ricordano gli occhioni




le linee che delimitano una pagina (usate nelle stamperie)




un vecchio gioco per bimbi, che vola se fatto roteare




Insomma, non e' solo un gradito ospite goloso di zanzare, ma e' un pezzo della cultura di questo Paese.

Torna quando vuoi.

venerdì 7 ottobre 2011

Vertical Green

Camminando stamane per Ysukuni Doori, un enorme stradone che taglia orizzontalmente la zona nord di Shinjuku, che di notte e' uno dei cuori della vita notturna di Tokyo, mi sono imbattuto in una piacevolissima sorpresa.

Quello che (come si puo' ancora vedere su google street view) era un palazzo uscito dalla Lego, uno dei tanti...

...all'improvviso s'e' trasformato nel piu' lungimirante dei palazzi

Un esempio di vertical green che purtroppo non m'era capitato di incontrare che in fotografia.
Non e' il migliore del mondo, certo, ma sinceramente mi ha commosso.
Ha anche una esposizione al sole ottima, quindi spero vivamente che molti prendano ispirazione da esso.

Ecco alcune foto:









martedì 27 settembre 2011

Frigo al fresco

Non vi siete mai sentiti dire "Non tenere sempre il frigo aperto!" ?
Io si, ancora adesso quando vado a casa dei miei. Per mio padre dovrei prendere lo yogurt trapassando materialmente lo sportello. (^_^)
Ma non ha tutti i torti.


Il frigo si raffredda grazie al gas liquido "frigo" che viene pompato dal compressore nei tubicini che scorrono nelle pareti interne del frigorifero. In base alla temperatura desiderata (che regoliamo col termostato) il compressore pompera' piu' o meno al fine di mantenere la temperatura sempre vicina a quella da noi indicata.

Per cui, quando apriamo lo sportello, ovviamente parte del freddo fugge via, e il compressore lavorera' alacremente finche' non si avra' ancora la temperatura indicata.

Tuttavia finche' il teletrasporto sara' solo un sogno, come si fa ad ovviare a tal problema?

Facile! In Giappone e' facilmente acquistabile la tenda per frigoriferi.


I parole povere e' una tenda di plastica trasparente che si applica all'interno del frigo. Cosi' che, anche se apriamo il frigorifero, la perdita di freddo sara' minima e riguardera' principalmente gli alimenti posti sui ripiani dello sportello.
Per prendere cio' che ci serve dagli scaffali principali, infileremo, sinuosi come uno scippatore, le nostre mani tra le fessure della tenda, evitando cosi' inutili perdite di freddo.

In questo grafico, la linea gialla indica di quanto si alza la temperatura del frigo quando lo apriamo, la linea blu invece indica la medesima cosa ma nel caso di un frigo con applicata la tenda.

Tutto cio' sembra faccia risparmiare piu' del 30% dell'elettricita' del frigorifero. Che diventa molto di piu' se in casa si hanno bambini il cui sport preferito e' contemplare i frighi del mondo.


Per chi fosse interessato ecco un link ad una delle tende vendute su Amazon Japan
Ma se ne trovano anche di piu' economiche. Per esempio agli 100YenShop.

giovedì 22 settembre 2011

La strage degli ombrelli

Era dall'11 marzo che non mi capitava di non sapere come tornare a casa. Che per inciso dista 40km da dove lavoro.

La mattina era iniziata come sempre prima della tempesta. Ci si preparava a bagnarsi.


Il tifone n.16 ha preso in pieno Tokyo, ma ad un orario in cui tutti stanno ben bene con gli occhi aperti: la fine della giornata di lavoro.

Questo da un lato ha limitato gli incidenti alle persone, dall'altro mi ha fatto imbestialire.
Ma dico io, non poteva venire il tifone all'orario in cui andiamo a lavorare?
Cosi' ci alza con calma, si fa colazione lentamente, certo devi far fare la pipi' al cane in controvento, il che puo' essere spiacevole, ma ti salti tre o quattro ore di lavoro.

No. Il tifone ha smesso di accanirsi su Tokyo alle 19:00 per andare a sfottere i terremotati del nord, i quali proprio mentre passava il tifone hanno subito una scossa di magnitudo 5,5.
Neanche hollywood avrebbe osato tanto.

Comunque, tornando a casa mi sono imbattuto nel lieve problemino dei treni TUTTI fermi, il che mi avrebbe demoralizzato se non mi fossi fatto piu' di 20km a piedi il giorno del terremoto.
Quindi inizio a camminare seguendo i binari, nella speranza di imbattermi in una linea che funzionasse.

Inutile dire che le stazioni erano strapiene di gente in attesa della riapertura delle linee.

C'era addirittura chi bivaccava e recuperava le ore di sonno che l'azienda gli avra' rapinato con gli straordinari.

Camminando si vedevano le piccole ferite della metropoli.

E le grandi ferite. Come questo imponente ciliegio spezzato dal vento come fosse un fuscello.

Alla fine nessuna vittima umana. Ma non si contano i caduti tra i veri eroi di questa battaglia. Gli ombrelli.

Ci ho messo 4 ore per arrivare a casa anziche' la classica oretta abbondante.
Pensavo peggio.

Arrivo, guardo l'orto e tutte, dico tutte le piantine s'erano inchinate innanzi al tifone. Come ad implorarlo di risparmiarle.
La zucca non si vedeva.
Schiacciata da alcuni rami caduti dal bosco. Spero non si sia danneggiata piu' dell'irreparabile.

Per quest'anno credo di aver subito abbastanza.

martedì 20 settembre 2011

Ce la faranno?

I fiori di zucca, anche se sono zucche mini, sono sempre misteriosi.

Esplosivi nella loro bellezza e delicati nel loro flebile equilibrio.

Il primo fiore era sbocciato venerdi'.
E tanto velocemente s'era palesato, tanto rapidamente e' caduto, come i giovani soldati inesperti mandati in prima linea.




Ma il secondo fiore non s'e' fatto attendere.
Stamane a rallegrare una piovosa mattinata tokyota.


Ma le sorprese non mancano.
...un altro tifone e' in arrivo!

giovedì 15 settembre 2011

Ma che fai? Non fare, che e' meglio!

Questo nonnino e' il motivo per cui mi sono (ri)appassionato all'agricoltura.





Dico "ri"appassionato perche' da piccolo andavo con mio nonno e mio padre in campagna per l'uva, il fico enorme, le albicocche, le fave e molto altro.
Ma ero scostante. In fondo al cuore mi piaceva, ma non lo davo a vedere... il tipico bambino e poi adolescente da strozzare!

Tuttavia qualcosa era rimasto.
Quel seme zappatore piantato dalla mia famiglia finalmente e' germogliato.
Meglio tardi che mai.

Tornando al nonnino della foto, si chiama Masanobu Fukuoka.
Classe 1913 e prematuramente scomparso nel 2008.
Prematuramente perche' l'umanita' aveva ancora tanto bisogno di lui.
Ed anche perche' io ero in Giappone ma non lo conoscevo! Potessi tornare indietro gli farei una visita almeno una volta.

Quest'uomo e' l'ideatore della "Agricoltura del NON fare".
Il 無 (mu), ovvero il "NON" era la sua filosofia.

Partendo dall'assunto che la Natura c'era prima dell'uomo e che grazie alla Natura l'uomo ha conosciuto le piante, insetti ecc.., e grazie alla Natura l'uomo ha potuto avere la presunzione di "produrre" frutti ed ortaggi, allora non si capisce perche' l'uomo voglia ricavare frutti andando contro alla logica alla quale la Natura e' abituata da qualche miliardo di anni.

Quindi meno fai e meglio e'!

Ma non devo arare?
No, ci pensano le radici ed i lombrichi!
Ma non devo togliere le erbacce?
No, formano un equilibrio naturale; e poi hai mai visto un bosco in cui si vede la terra nuda?
Ma non devo combattere i parassiti?
No, perche' se non fai nulla cresceranno tutti i tipi di piante ed i parassiti tipici delle monocoltivazioni non diverranno eccessivamente numerosi e gli uccelli che li mangeranno ti ringrazieranno e magari non mireranno ai tuoi bei pomodorini.
E quindi non devo neanche seminare?
Non esageriamo!

La semina e' un aspetto interessante dell'idea di Fukuoka.
Prendi semi molti e diversi e prendi della terra argillosa, mischiali, facci delle palle (grosse tipo le palline da ping pong) e lanciali dove capita nella campagna.
Ovviamente butta semi biologici, autoctoni, a km zero e nella stagione corretta sempre rispettando la biodiversita'.
Niente piu' centimetro, filari, fossati, rotazioni ecc...

Insomma, un'agricoltura per pigri! (^_^)

Ovviamente i detrattori di Fukuoka sono numerosi.
Non solo tra le file dei businessman dell'agricoltura, ma anche tra chi fa l'orto di famiglia.
I punti piu' facilmente attaccabili sono i tempi e le quantita' di produzione.

Anche io non sono un discepolo orbo.
Ho dei punti in disaccordo con Fukuoka, tipo il non fare nulla per rendere, almeno inizialmente, la terra piu' disposta ad accogliere piante da frutto ed ortaggi.

Tuttavia per iniziare ci vuole sempre un'idea estrema, un punto di rottura col passato immobile, una rivoluzione che serva da spinta al cambiamento.

Questo e' Masanobu fukuoka.

Ne riparlero'.

Per chi avesse interesse, puo' leggere il suo libro piu' noto per farsi un'idea: "La rivoluzione del filo di paglia"






Foto presa dal libro "自然に還る"

mercoledì 14 settembre 2011

Piccole zucche crescono

La piantina delle mini zucche si accinge a fiorire.
Forza e coraggio!
Poi stara' a me farla diventare una donna adulta.

domenica 11 settembre 2011

L'albero del coraggio

Ormai tutti lo chiamano cosi'.
E' un pino. Tipo quelli che si trovano lungo le nostre statali. Lunghi, lunghi, tipo dei funghi di sottobosco.
Si trova a Rikuzentakata nella prefettura di Iwate. Visitando la pagina di wikipedia della citta', si capisce di cosa io stia parlando.
L'11 marzo la citta' di 23000 abitanti, che stava la' da 55 anni, e' stata spazzata via in un istante dallo tsunami che nessuno s'aspettava.
Oggi e' passato esattamente mezzo anno, e vorrei mandare un pensiero alle vittime ed un abbraccio ai superstiti, che hanno il compito piu' difficile, continuare a vivere.
Come questo pino.
Tutti lo hanno preso ad esempio, di come non bisogna abbattersi, ma continuare a stare ritti innanzi alle avversita'.
Saremo in grado almeno sta volta di imparare dalla natura?


venerdì 9 settembre 2011

La carota della speranza

Il famigerato tifone ha lasciato pochi superstiti.

Sterminate le verze, i cavoli, le cicorie ed i cavolfiori. Tutti i germogli spezzati.
Sterminate le rucole. Schiacciate dal terriccio inzuppato.
Sterminate le cipolle. Praticamente non le trovo piu'!
Sterminate pure le insalatine piantate amorevolmente dalla moglie. Affogate nel loro vaso non a prova di diluvio universale.

Superstiti:
Poche miracolate carote.
Pochi ravanelli. I quali stanno subendo attacchi di parassiti che non hanno altro da mangiare!
Il pisello, ma lo vedo debilitato.
Le mini zucche. Una stanamente e' piu' in forma che mai!

Nuovi arrivati:
Una piantina di cavolfiore arancione, una di cavolo viola ed una di cima di rapa piccola.
Piantine che ho comprato, andando contro la mia religiosa passione dell'agricoltura da seme a seme... Ma ero troppo depresso per il genocidio botanico di cui ero stato spettatore inerme.

Qua sotto una foto, o direi santino, di una carota supersite. Speriamo che divenga forte. Ce la mangeremo in ricordo dei compagni caduti.

Per la cronaca, la pacciamatura ha tenuto alla grande! Peccato che al momento abbia ben poco da proteggere. Ma sii paziente mia cara, stanno arrivando i rinforzi. I semi.


martedì 6 settembre 2011

Il suo nome era Talas

Talas, in lingua filippina significherebbe affilato, acuto, scaltro.
Cosi' qualcuno ha nominato il tifone n.12 che ha ferito il Giappone in questo spietato 2011.
Non so chi dia questi nomi, ma lo inviterei ad andare a spalare un po' di fango nel Kyushu.


Il sereno e' tornato e questo Paese ricomincera' la sua vita. Di nuovo.

lunedì 5 settembre 2011

Natura crudele

Il tifone n.12 e' stato piu' di quel che si pensasse.
Piu' lento.
Piu' grosso.
Piu' potente.
Piu' letale.
34morti e piu' di 60 dispersi.

Non mi sembra proprio il caso di piangere le mie piantine.

Era dal terremoto dell'11 marzo che non si vedevano scene cosi'.
Il 2011 sta concedendo pochi sorrisi a questo Paese. Ma nel bene e nel male si fa valere.




martedì 30 agosto 2011

La quiete prima della tempesta

Dopo giorni e giorni di pioggia ecco l'ultimo singhiozzo d'estate.



Ma e' un'illusione.
Domani arriva il tifone n.12.
Perche' qua in Giappone nessuno chiama i tifoni Irene o Catrina.
Il primo e' il n.1, quello dopo sara' il n.2 e cosi' via.
Cosi' nessuna donna verra' paragonata ad una calamita' naturale. Molto democratico.

 

Vedro' se e' la volta buona che le mie pianticelle volino via per sempre assieme ai miei sogni di zuppe ed insalate.