giovedì 15 settembre 2011

Ma che fai? Non fare, che e' meglio!

Questo nonnino e' il motivo per cui mi sono (ri)appassionato all'agricoltura.





Dico "ri"appassionato perche' da piccolo andavo con mio nonno e mio padre in campagna per l'uva, il fico enorme, le albicocche, le fave e molto altro.
Ma ero scostante. In fondo al cuore mi piaceva, ma non lo davo a vedere... il tipico bambino e poi adolescente da strozzare!

Tuttavia qualcosa era rimasto.
Quel seme zappatore piantato dalla mia famiglia finalmente e' germogliato.
Meglio tardi che mai.

Tornando al nonnino della foto, si chiama Masanobu Fukuoka.
Classe 1913 e prematuramente scomparso nel 2008.
Prematuramente perche' l'umanita' aveva ancora tanto bisogno di lui.
Ed anche perche' io ero in Giappone ma non lo conoscevo! Potessi tornare indietro gli farei una visita almeno una volta.

Quest'uomo e' l'ideatore della "Agricoltura del NON fare".
Il 無 (mu), ovvero il "NON" era la sua filosofia.

Partendo dall'assunto che la Natura c'era prima dell'uomo e che grazie alla Natura l'uomo ha conosciuto le piante, insetti ecc.., e grazie alla Natura l'uomo ha potuto avere la presunzione di "produrre" frutti ed ortaggi, allora non si capisce perche' l'uomo voglia ricavare frutti andando contro alla logica alla quale la Natura e' abituata da qualche miliardo di anni.

Quindi meno fai e meglio e'!

Ma non devo arare?
No, ci pensano le radici ed i lombrichi!
Ma non devo togliere le erbacce?
No, formano un equilibrio naturale; e poi hai mai visto un bosco in cui si vede la terra nuda?
Ma non devo combattere i parassiti?
No, perche' se non fai nulla cresceranno tutti i tipi di piante ed i parassiti tipici delle monocoltivazioni non diverranno eccessivamente numerosi e gli uccelli che li mangeranno ti ringrazieranno e magari non mireranno ai tuoi bei pomodorini.
E quindi non devo neanche seminare?
Non esageriamo!

La semina e' un aspetto interessante dell'idea di Fukuoka.
Prendi semi molti e diversi e prendi della terra argillosa, mischiali, facci delle palle (grosse tipo le palline da ping pong) e lanciali dove capita nella campagna.
Ovviamente butta semi biologici, autoctoni, a km zero e nella stagione corretta sempre rispettando la biodiversita'.
Niente piu' centimetro, filari, fossati, rotazioni ecc...

Insomma, un'agricoltura per pigri! (^_^)

Ovviamente i detrattori di Fukuoka sono numerosi.
Non solo tra le file dei businessman dell'agricoltura, ma anche tra chi fa l'orto di famiglia.
I punti piu' facilmente attaccabili sono i tempi e le quantita' di produzione.

Anche io non sono un discepolo orbo.
Ho dei punti in disaccordo con Fukuoka, tipo il non fare nulla per rendere, almeno inizialmente, la terra piu' disposta ad accogliere piante da frutto ed ortaggi.

Tuttavia per iniziare ci vuole sempre un'idea estrema, un punto di rottura col passato immobile, una rivoluzione che serva da spinta al cambiamento.

Questo e' Masanobu fukuoka.

Ne riparlero'.

Per chi avesse interesse, puo' leggere il suo libro piu' noto per farsi un'idea: "La rivoluzione del filo di paglia"






Foto presa dal libro "自然に還る"

10 commenti:

  1. davvero interessante, tornerò per leggere altri post :)

    RispondiElimina
  2. Scusami,io sono un povero ignorante,mi spieghi in parole semplici cosa significa"Per iniziare ci vuole sempre un'idea estrema, un punto di rottura col passato immobile, una rivoluzione che serva da spinta al cambiamento."
    Ciao.

    RispondiElimina
  3. Fukuoka è nato il solito anno di mio padre, purtroppo mio padre, che amava la natura in ugual modo, è scomparso nel 79.
    Ho imparato molto da lui, anche se nel 79 io avevo solo 10 anni, ma ho imparato molto anche dal libro del mu, soprattutto l'aspetto filosofico.

    RispondiElimina
  4. @ blogredire

    non credo che tu sia un ignorante. Io scrivo spesso pensando a cio' che voglio scrivere, non tanto al fatto di farmi capire. E questo puo' rendere un po' ermetico il testo.
    Cmq, mi spiego meglio.
    Volevo dire: Per iniziare (che sia un cambiamento che mira ad una riforma agraria globale nel rispetto delle leggi create da MadreNatura/Dio oppure che sia abolire la schiavitu', l'apartheid, o che sia l'eguaglianza dei sessi ecc...) ci vuole sempre un'idea estrema, un punto di rottura col passato immobile, una rivoluzione che serva da spinta al cambiamento.
    Ovvero paragonavo l'idea di rivoluzione agricola ideata da Fukuoka alle grandi rivoluzioni sociali della storia dell'uomo. Qualcuno deve iniziare magari con qualcosa di straordinario per mostrare il cammino. Sta a noi capirlo e seguirlo, in tempi piu' o meno brevi a seconda dei periodi storici.
    Fukuoka sapeva di teorizzare un sistema in netto contrasto coi grandi capitali (latifondisti, multinazionali...) e col senso comune dell'epoca. Dopo la guerra tutti sognavano le grandi aziende come il futuro ed era l'unica cosa su cui i due blocchi usa-urss erano d'accordo.
    Fukuoka dissentiva. Amava la particolarita' e la biodiversita' e sapeva che avrebbero salvato il mondo. Numerose sono le zone dove s'e' interrotta la desertificazione grazie alle sue idee. Anche in Italia.
    Con questa spiegazione ho il dubbio di aver incasinato ancora di piu' la gia' instabile impalcatura del mio post (^_^)

    RispondiElimina
  5. @ Harlock

    Leggendo il tuo blog ho pensato quasi subito che tu forse avevi letto Fukuoka.
    Io purtroppo da mio padre e mio nonno avrei dovuto imparare di piu'. Anche se mio padre e' ancora vivo, ma siamo lontani.

    RispondiElimina
  6. mi domandavo: qual'era l'opinione di Fukuoka rispetto al bonsai? Opposizione totale poichè essenza stessa della coltivazione o cure più vicine alla tecnica cinese del "taglia e lascia crescere"?

    RispondiElimina
  7. @ stef@no

    bella domanda!
    Non so proprio come risponderti (^_^)
    Non m'e' mai capitato di leggere riflessioni di Fukuoka sul bonsai.
    Permettimi pero' di dire una cosa. I giapponesi hanno un'idea del bonsai che e' agli antipodi dell'agricoltura. Non voglio dire che considerino il bonsai come una non-pianta, ma e' comunque un qualcosa separato dalla nature.
    Per cui, probabilmente, per Fukuoka, come per i suoi connazionali, il bonsai era un qualcosa di differente. Staccato per sua essenza stessa dalla natura pur essendone simbolo. Impossibilitato ad integrarsi nel giardino ideale. E quindi non accomunabile alle teorie della natura "naturale", sebbene le sue forme tortuose volessero imitarne le conformita' acquisisite da alberi secolari e tendere a sembrare piu' naturali degli alberi stessi.
    Credo... (^_^)

    RispondiElimina
  8. (L) più foto dell'orto sinergico!!!! :)
    Anna

    RispondiElimina
  9. @ Anna

    Carissima, grazie del commento.
    Fosse per me metterei mille foto al giorno, ma come puoi leggere in qualche mio post, due tifoni sono passati sul mio piccolo orticello facendo cio' che i costantinopolesi fecero ai latini nel 1182 (T_T)
    Asciugate le lacrime, tornero' a postare foto dell'orto.

    RispondiElimina